NEWS – EVENTI
IMPRESA COME RISPOSTA: SVILUPPO, DIGNITA’, FUTURO
Dalla tradizionale cena di fine agosto che Orizzonti propone a tante realtà missionarie e persone che hanno dedicato anni, o anche tutta la vita, all’annuncio in terre lontane, proponiamo la testimonianza di un appassionato imprenditore riminese, Luca Coccia, classe 1972, impegnato in Sierra Leone. Negli ultimi vent’anni Luca, insieme alla sua famiglia, ha saputo coniugare in una sinergia virtuosa e lungimirante, cooperazione internazionale, ONG, impresa, lavoro, amicizia, per approdare ad una significativa collaborazione tra Università italiane e africane, senza perdere mai di vista la centralità dell’uomo e il suo vero bene. “Ho iniziato a lavorare in Sierra Leone nel 2004. I primi progetti di cooperazione portarono benefici, ma sentivo che l’impatto non era ancora reale, che non era lo strumento giusto per me. Quando stavamo quasi per abbandonare, anche a causa delle grandi difficoltà di operare in un Paese così lontano e complesso, arrivarono Vittorio Taddei e i nostri amici dell’Associazione Papa Giovanni XXIII di Rimini: ci proposero di portare il progetto Gigibontà in Sierra Leone e insieme avviammo una gelateria. Nessuno aveva mai visto un gelato in quella zona: partivamo davvero da zero, senza nemmeno l’elettricità. Una sfida enorme!” “A complicare il tutto arrivarono anche due anni di Ebola, tra il 2014 e il 2016, proprio quando eravamo pronti per la nostra nuova avventura. Per le macchine per il gelato facemmo un investimento importante con la nostra famiglia, fra mille incognite e [...]
“La domanda che ci muove ogni giorno”
Siamo quotidianamente di fronte a drammatiche situazioni di guerra, alla persecuzione dei cristiani e di tante minoranze etniche o religiose, al terrorismo, alla perdita del senso della vita di tanti giovani che si abbandonano a violenze e soprusi di ogni genere. Non ci scoraggiamo: abbiamo imparato, nell’incontro con l’esperienza cristiana, a impegnarci per difendere la dignità della persona e per sostenere il desiderio di felicità presente nel cuore di ogni uomo. Da alcuni anni Orizzonti organizza due momenti con amici che, da soli o in gruppo, sono animati da una comune passione missionaria per approfondire la ragione del proprio impegno. Come abbiamo già detto altre volte si è creata una rete informale molto utile e costruttiva. Il 31 maggio 2025 ci hanno aiutato in questo cammino tre veri maestri della fede: Mons. Giovanni Paccosi, Vescovo di san Miniato e a lungo missionario in Perù; Padre Francesco Ielpo, francescano e Custode di Terra Santa; Don Donato Contuzzi, vicario della Fraternità sacerdotale San Carlo Borromeo. Il 23 agosto, durante il Meeting di Rimini, si è svolta la ormai tradizionale cena intesa come momento conviviale per approfondire la conoscenza reciproca e come occasioni di ascoltare brevi ma significative testimonianze da parte di alcune persone presenti. Abbiamo compreso meglio che l’operosità che nasce dall’incontro con Cristo fa crescere nuove personalità che diventano responsabili dello sviluppo proprio, della propria famiglia, della propria nazione. Nasce un nuovo soggetto, nasce [...]
Padre Francesco Ielpo, delegato della Custodia di Terra Santa per l’Italia
AD GENTES Calisese di Cesena 31.05.25 Padre Francesco Ielpo, delegato della Custodia di Terra Santa per l’Italia, racconta la sua esperienza missionaria, pur dichiarandosi inizialmente “non in prima linea”. Dopo un primo desiderio di partire per Gibuti, gli viene chiesto di occuparsi della Terra Santa, dove scopre la missionarietà come vocazione essenziale dei frati minori. Ispirandosi a San Francesco d’Assisi, che volle vedere con i propri occhi i luoghi dell’Incarnazione, Padre Ielpo riflette sulla missione come "esserci": una presenza umile, mite, che non fa proselitismo ma testimonia Cristo con la vita. Racconta la missione tra culture e religioni diverse, anche in contesti di guerra come la Siria e Gaza, sottolineando il valore della fedeltà e della vicinanza al popolo, anche quando non si può fare nulla se non restare. Il missionario diventa così un segno visibile della Chiesa, e il primo atto evangelico è lasciarsi accogliere. La testimonianza ultima resta quella del dono di sé, anche fino al martirio. Buongiorno a tutti e grazie dell'invito, anche se sono un po' imbarazzato perché si tratta di fare una testimonianza sulla missione, e non è che io mi senta tanto missionario o, comunque, non in prima linea. Cercherò di essere molto semplice e di raccontare quello che è la mia esperienza e quello che mi è accaduto in questi ultimi 12 anni, da quando ho cominciato ad occuparmi di Terra Santa e da quando [...]
Dove l’Uomo rinasce
Sentirsi responsabili può partire da uno sguardo, come per Mireille che si è sentita dire da suo marito Victorien: «Tu per me vali più di dieci figli». In quel momento, queste parole, così lontane dalla cultura africana tradizionale, le hanno dato la forza di affrontare la sfida della sua vita. Quando, infatti, Mireille e Victorien hanno scoperto di non poter avere figli, in una cultura dove questo è visto come uno stigma, molte persone avrebbero voluto abbandonarla. Ma Victorien l'ha amata incondizionatamente e, insieme, hanno trovato la forza di dedicarsi agli altri, accogliendo i bambini di strada al Centro Edimar, un luogo di speranza nel cuore di Yaoundé, in Camerun. Così è iniziata la storia di un amore che ha dato vita a una famiglia sempre più grande, dove la responsabilità di prendersi cura degli altri ha trasformato le difficoltà in una forza comune. Mireille, un giorno, si è trovata a dover prendere in mano le redini del Centro quando Padre Bezzi, il fondatore, è dovuto partire per motivi di salute. Con il suo cuore aperto e il coraggio che l'ha sempre contraddistinta, ha accettato la sfida e ha continuato a far crescere il Centro, accogliendo chiunque avesse bisogno, dando loro una nuova vita, una nuova speranza. La famiglia di Mireille e Victorien diventa sempre più grande, con tanti figli (“il centuplo quaggiù…”), e cresce insieme al Centro di accoglienza, dove ci si prende cura gli [...]
PASQUA A GAZA
“Mancano cibo e acqua, ma preghiamo Dio perché converta i cuori dei violenti. Manca tutto, ma non la fede: qui Gesù ci protegge.” Il giorno di Pasqua è uscita su Il Sussidiario un’intervista a P. Gabriel Romanelli, parroco di Gaza. Ne riportiamo di seguito alcuni stralci, ricordando che Orizzonti sostiene direttamente la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia di P. Romanelli attraverso l’Associazione Pro Terra Sancta. A Gaza sembra che non ci sia limite al peggio, dopo la tregua si è tornati alla guerra. Come affronta la comunità cristiana questa situazione? Per i cristiani in Medio Oriente, non soltanto a Gaza, la fede è veramente un punto di riferimento, spirituale ed esistenziale. E le parrocchie sono un luogo di ritrovo e d’incontro fondamentale. In questo momento questo discorso vale ancora di più. Nessuno oserebbe, tra i cristiani, rimproverare Dio per quello che sta succedendo. Anzi, succede il contrario: si sentono protetti da Gesù. Quando all’inizio della guerra, nell’ottobre 2023, la gente ha ricevuto l’indicazione di sgomberare le case, si è detta: “Non c’è nessun luogo sicuro in tutta la Striscia di Gaza, andiamo da Gesù”. E sono rimasti qua, nella nostra parrocchia. Quante persone avete ospitato? In un certo momento il numero dei rifugiati era superiore a 700. Adesso, contando i bambini e le anziane di Madre Teresa, le persone con disabilità, che sono musulmane, all’interno del nostro compound siamo all’incirca in 500. Quindi [...]
UNA LETTERA DAL CONGO, AL CUORE DELLA STORIA DI AVSI (E ORIZZONTI)
Mia moglie Valeria ed io abbiamo vissuto una importante esperienza missionaria in Congo dal 1971 al 1973 nell’ambito di un gruppo di persone denominato ”Comunità dell’attesa”, da cui è nata poi l’AVSI e un lungo e intenso impegno per l’uomo e per l’amore al suo destino che continua ancora attraverso l’Associazione Orizzonti. Oggi nel Kivu - dove abbiamo vissuto per due anni e a Bukavu dove è nato il nostro primo figlio Marco - è in atto una sanguinosa guerra per il possesso di quel territorio ricco di risorse minerarie. Abbiamo conosciuto padre Querzani, missionario saveriano, nel 1971 ed ora è ancora presente tra la gente per ricordare a tutti che la Chiesa non abbandona i popoli in difficoltà. Per questo proponiamo una sua lettera che il Corriere Cesenate ha già pubblicato poco tempo fa. Arturo Alberti Querzani scrive dalla periferia di Bukavu (Congo) in compagnia di 13 seminaristi saveriani congolesi alla vigilia della festa di Pasqua e si augura di poter celebrare serenamente questa festività nonostante l’occupazione di quelle zone (Est del Congo) da parte del duplice Movimento ribelle M23/AFC (sostenuto anche dal vicino Ruanda). “Siamo infinitamente grati al Signore – scrive l’anziano missionario – che ha voluto che la conquista di Bukavu, a differenza di quella di Goma, sia avvenuta senza spargimento di sangue ed inutili stragi. …[n.d.r. Dopo 30 anni di instabilità dovuti ai numerosi gruppi ribelli e armati che [...]