È un lavoro che va da un anno all’altro, con un incontro settimanale che ravviva la compagnia e sostiene l’amicizia, per arrivare puntualmente, a metà dell’autunno, ad avere prodotto centinaia e centinaia di manufatti, di ottima fattura e di sorprendente creatività, che andranno ad arricchire il tradizionale MERCATINO DI NATALE di Orizzonti.

Sono una trentina le signore (più un’altra decina di persone, una squadra tuttofare per portare avanti organizzazione, trasporti e allestimenti), di solito nonne piene di energie e di talenti, che lavorano con le mani e col cuore, ridonando vita e bellezza al contenuto di vecchi bauli abbandonati nelle cantine, o soffitte, o ad oggetti di uso quotidiano rivisitati, o doni offerti dalla natura come rami, bacche, pigne o conchiglie. Da tradizionali pezze di tessuto, spesso fatto a mano negli antichi telai, preziosi ricami o sorprendenti manufatti nascono graziosi e inaspettati gadgets per la vita quotidiana di figli e nipoti, astucci per la scuola, oggetti per la cucina, strumenti per il beauty, arredamenti per la casa, ornamenti per le decorazioni natalizie e tanto altro.

Comprare un dono al Mercatino, che sia un presepe che viene dall’America Latina, un servizio da caffè di quelli che si usavano nei giorni di festa, o un pezzo di biancheria cifrata, magari come è successo, per pura coincidenza, con le lettere delle proprie iniziali ricamate in bella vista (è accaduto ad una signora che ha così potuto arricchire il proprio corredo con articoli “personalizzati”), è un piccolo/grande dono che si può fare a sé stessi, a chi amiamo, e, soprattutto, a persone lontane che vivono nella martoriata Gaza o nel tribolato Camerun. Perché quest’anno sono proprio loro i destinatari dei proventi di questa raccolta.

“L’esperienza del Mercatino della Solidarietà, inizialmente con il motto “Entra al Mercatino aiuterai un bambino” è nata nel lontano 1995 – racconta Ebe, memoria storica di questa tradizione di condivisione e aiuto attraverso piccole vendite solidali – e prosegue tuttora con le necessarie diverse caratteristiche legate ai tempi e alle persone che si sono avvicendate.” “Ci siamo attivate – continua Ebe – perché di fronte ai bisogni e alle difficoltà delle persone, dei bambini, degli anziani, dei perseguitati, etc noi potessimo essere un raggio di speranza che squarcia le tenebre della solitudine…” “Lavorare per gli altri con totale gratuità e fedeltà ha costruito amicizie fra noi, importanti per la vita [e qui, all’inizio, si parlava di una cinquantina di persone, dai 25 agli 80 anni, provenienti dalle esperienze più diverse]. … La città ci aspettava e ci cercava: il mercatino era un luogo di incontro.”

Lo stesso è accaduto in tutto questo tempo e ci auguriamo riaccada anche quest’anno per una iniziativa che da 30 anni illumina la nostra città, una scintilla di bene e di bello che arricchisce chi dà e chi riceve.