Riceviamo da padre Bajhat in Siria un aggiornamento della situazione al 18.12.24 (sintesi)

Prevale un senso di provvisorietà nell’attesa del prossimo 1 marzo, giorno in cui scadrà il mandato dell’attuale governo provvisorio islamista e si procederà alla formazione di un governo che traghetterà la Siria verso la formazione di una nuova Costituzione e di elezioni democratiche.

Anche i cristiani si stanno muovendo per dare il loro contributo, con proposte inoltrate ai tre patriarchi di Damasco, per poi stilare un testo unitario da presentare alla commissione costituzionale. Punto centrale, la formazione di uno stato democratico e civile, in cui tutti abbiano gli stessi diritti e doveri. Non sarà facile perché il rischio di un governo islamista di un solo colore resta reale.

Speriamo che la comunità internazionale si unisca ai tanti cittadini illuminati che non vogliono più dittature.

La situazione attuale del paese è disomogenea, con vari attori in gioco nelle diverse aree geografiche. Aleppo in particolare ha sofferto la sete per oltre otto giorni a causa di un attentato alla stazione idrica, compiuto dalle forze del partito curdo che stanno negoziando con Damasco per un loro pieno inserimento nella genesi del nuovo stato.

Cominciano a palesarsi nel paese diversi segni di islamizzazione come preghiere pubbliche molto partecipate in alcune università, richieste dei checkpoint di mettere il velo alle donne e di togliere segni cristiani dalle auto, e voci sempre più forti per la separazione di genere negli spazi pubblici.

D’altra parte troviamo gesti di speranza come quello di un gruppo di giovani mussulmani che davanti alle chiese distribuiscono fiori con un biglietto che dice: “Insieme possiamo ricostruire il paese”.

È un periodo di grandi cambiamenti ed agitazione… preghiamo che ci porti a tempi migliori.