Dalla tradizionale cena di fine agosto che Orizzonti propone a tante realtà missionarie e persone che hanno dedicato anni, o anche tutta la vita, all’annuncio in terre lontane, proponiamo la testimonianza di un appassionato imprenditore riminese, Luca Coccia, classe 1972, impegnato in Sierra Leone. Negli ultimi vent’anni Luca, insieme alla sua famiglia, ha saputo coniugare in una sinergia virtuosa e lungimirante, cooperazione internazionale, ONG, impresa, lavoro, amicizia, per approdare ad una significativa collaborazione tra Università italiane e africane, senza perdere mai di vista la centralità dell’uomo e il suo vero bene.
“Ho iniziato a lavorare in Sierra Leone nel 2004. I primi progetti di cooperazione portarono benefici, ma sentivo che l’impatto non era ancora reale, che non era lo strumento giusto per me. Quando stavamo quasi per abbandonare, anche a causa delle grandi difficoltà di operare in un Paese così lontano e complesso, arrivarono Vittorio Taddei e i nostri amici dell’Associazione Papa Giovanni XXIII di Rimini: ci proposero di portare il progetto Gigibontà in Sierra Leone e insieme avviammo una gelateria. Nessuno aveva mai visto un gelato in quella zona: partivamo davvero da zero, senza nemmeno l’elettricità. Una sfida enorme!”
“A complicare il tutto arrivarono anche due anni di Ebola, tra il 2014 e il 2016, proprio quando eravamo pronti per la nostra nuova avventura. Per le macchine per il gelato facemmo un investimento importante con la nostra famiglia, fra mille incognite e paure. Nel progetto erano coinvolti anche Daniel e sua moglie Lucy, che Arturo Alberti mi aveva fatto conoscere poiché Daniel aveva vissuto e lavorato alcuni anni a Cesena. Così iniziò anche la collaborazione con gli amici di Orizzonti. L’Associazione sosteneva la casa di accoglienza di bambini di strada St. Mary’s Home of Charity di Kono Town, un’opera nata per accogliere gli orfani dell’Ebola e delle tante devastazioni che avevano colpito il paese. Quell’incontro, con Arturo e con Orizzonti, fatto di amicizia, gratuità, dono e condivisione, ci ha accompagnato fin da allora, perché non si può più girare la faccia quando si fa un incontro di questo tipo, non puoi più essere la stessa persona di prima.”
“Nel 2017 apre la gelateria con cinque dipendenti, ragazzi di strada della St. Mary’s, nel 2018 riusciamo ad aprire una pizzeria, e i dipendenti diventano quindici. Nel 2019 parte il fast food, nel 2021 la seconda gelateria. In questo momento siamo in Sierra Leone probabilmente la realtà più importante di ristorazione e pasticceria-gelateria del paese con 75 dipendenti e decine di famiglie che si sostengono grazie a questa articolata realtà.”
“La mia passione per l’impresa, che poteva quindi sembrare un ostacolo in un contesto così difficile, si è rivelata invece il metodo che Cristo mi dava per rispondere ai bisogni che incontravamo: non un impedimento, ma uno strumento efficace. Il mio approccio è sempre stato: non assistenza, ma educazione al lavoro. È un concetto che mi sta molto a cuore. Questa crescita non è mai stata frutto di un progetto preconfezionato, come purtroppo accade spesso in Africa. È stata invece obbedienza ai bisogni che emergevano. Con Daniel e Lucy, che sono diventati parte della nostra famiglia, abbiamo imparato una lezione fondamentale: l’impresa è rapporto. Questa è la chiave di tutto.”
“Le ultime iniziative che abbiamo deciso di intraprendere proprio nella declinazione dell’impresa, sono arrivate anche alla Casa di accoglienza, dove, oltre alla parte educativa, sanitaria, ecc., abbiamo deciso di cominciare una produzione agricola e quindi abbiamo cominciato a costruire, grazie anche agli amici di Cesena, una serie di serre di produzione fino alla creazione di un’azienda agricola. Adesso stiamo producendo ortaggi che vengono in parte utilizzati nei ristoranti di Gigibontà e in parte venduti sul mercato locale. In questo modo sosteniamo anche la casa St. Mary’s e i suoi bambini. E ’un circuito virtuoso in cui il business genera risorse che reinvestiamo in progetti sociali e imprenditoriali, i quali a loro volta creano nuove opportunità. Creare valore attraverso il lavoro, educare attraverso la pratica, sviluppare competenze che rendano le persone protagoniste del loro futuro”.
“Progetto recentissimo, febbraio ’25, è quello nato grazie all’amicizia di mio padre, Massimo Coccia, con il professor Pier Paolo Gatta, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna. Si tratta di una collaborazione tra l’Università di Makeni, di cui il vescovo è anche Rettore, e il Dipartimento di Biologia Marina dell’Università di Bologna, Dipartimento di Cesenatico, nel quale stiamo iniziando lo sviluppo del settore della acquacoltura in Sierra Leone. L’accordo prevede la creazione di un progetto-pilota, in cui sarà coinvolta anche la casa di accoglienza St. Mary’s, per creare piccoli allevamenti a carattere familiare, e quindi facilmente replicabili, per rispondere al problema del reperimento di cibo nel pianeta. Presso l’Università di Makemi si creerà un Centro di Formazione didattica, in presenza e online, e un Centro di riproduzione dei pesci tilapia”.
“L’impresa come metodo di sviluppo umano integrale, l’economia come strumento di relazione autentica, il lavoro come via di dignità e di crescita. Questa è la storia mia e della mia famiglia, questo è quello che ho imparato in questi anni straordinari in Sierra Leone”.
Luca Coccia